Dichiarazione di voto contrario di PIER LUIGI BERSANI, a nome del gruppo Pd, in occasione dell'approvazione della manovra economica del governo.
Signor Presidente, la fiducia che il Governo ha posto oggi l'aveva annunciata un mese fa, come aveva già fatto per quarantasei volte prima di questa. Noi abbiamo consentito al Governo, insieme alle altre forze di opposizione, di cambiare i tempi della questione di fiducia, di porla in una settimana invece che nelle solite tre. L'abbiamo fatto per l'Italia aggredita dai mercati, per non aggiungere due settimane di confusione ed una situazione già confusa e drammatica, sapendo che la confusione finisce sempre per scaricarsi sui più deboli.
Nei vostri confronti, sia chiaro, la nostra responsabilità si ferma qui. Noi adesso la nostra responsabilità ce la prendiamo davanti agli italiani e diciamo subito che siamo radicalmente «contro». Siamo contro la vostra politica economica, se mai ce n'è stata una; siamo contro la vostra conduzione delle cose in sede europea; siamo contro, ancor più fermamente, ai contenuti ingiusti di questa manovra. E diciamo una parola chiara.
L'Europa ci conosce, conosce la nostra tradizione di forza europeista e di Governo che non arretra davanti alle difficoltà, che sa prendersi le proprie responsabilità e, quindi, diciamo chiaramente - giunti a questo punto - che se toccherà a noi terremo i saldi di questa manovra, ma ne cambieremo il segno e la composizione. E cominciamo subito depositando in queste ore un progetto di legge che toglie l'aggravamento dei ticket e li sostituisce con un'altra copertura.
Cambieremo questa composizione senza promettere miracoli, perché questa manovra è spudoratamente classista: colpisce i ceti medi e la povera gente (tasse, sanità, servizi locali). Collega Reguzzoni (ndr Capogruppo Lega Nord), voi leghisti mi sembrate sempre un ragazzo di piazza Tahrir...ma voi siete i ministri di Mubarak! Avete governato otto anni degli ultimi dieci.
Questa è una manovra che non produce riforme, è una manovra che non fa niente per la crescita. Ci porterà stagnazione e recessione e non ci metterà al riparo dalle tempeste. Mi dispiace dirlo da italiano: già oggi gli spread sono tornati alti. Questa manovra non ci mette fuori dalla tempesta. Oggi, mentre arrivano i nodi al pettine, non vi accusiamo di aver provocato la crisi. Vi accusiamo di non averla affrontata, innanzitutto in una dimensione europea assieme ai vostri Governi fratelli di centrodestra! Avete azzoppato d'Europa, avete impedito che dall'euro si passasse ad una politica economica comune.
(...)
Nichi Vendola sulla manovra ha dichiarato : “Ci vorrebbe l’unità nazionale, una manovra economia di grandi sacrifici, però capovolta rispetto a quella che viene proposta in queste ore. Questa manovra è un massacro sociale annunciato. A pagare di più dovrebbero essere la fasce sociali più alte, dato che i cetimedio bassi sono allo stremo e hanno pagato tutto quello che potevano pagare”.
Antonio di Pietro. L’Italia dei Valori si è assunta la responsabilità di permettere che questa manovra economica venisse al più presto in discussione alla Camera. Una responsabilità che tutte le opposizioni si sono assunte, ma che non si è assunto il governo, perché oggi dov’era il governo, dov'era il presidente del Consiglio, il ministro dell’economia – dov’erano? Qual è il rispetto che si deve al Parlamento e al Paese da parte di un governo che è latitante prima ancora che qualcuno ne certifichi la latitanza. In senso tecnico, intendo dire.
(...)
E’ un governo stabile solo per mantenere le poltrone e si serve di una maggioranza parlamentare che solo per mantenere le poltrone gli dà la fiducia. Perché altrimenti vorrei capire dal signor-presidente-del-Consiglio-che-non-c'è come mai ha nominato ministro una persona che era già al vaglio della magistratura in ordine a fatti mafiosi: ci avete fatto diventare lo zimbello d’Europa e del mondo. I mercati finanziari non ci danno credibilità non perché ci sono i comunisti, come dice Berlusconi, ma perché ci sono persone che ci governano che invece di andare prima dal giudice a giustificare i propri comportamenti, vanno in Parlamento per assicurarsi lì’immunità.
Per queste ragioni abbiamo chiesto che, finita questa manovra, il presidente della Camera Gianfranco Fini metta all’ordine del giorno il voto sulla sfiducia che oggi gli amici del Pd hanno formalizzato con 120 firme, che noi già ieri abbiamo indicato come Italia dei Valori e con esponenti di Futuro e libertà. Insomma l’opposizione le chiede di dare una risposta alla credibilità di questo Parlamento, decidendo noi come ci vogliamo comportare rispetto a questi comportamenti criminogeni del governo.
E allora noi abbiamo dato un voto contrario a questa manovra. E l'abbiamo fatto per un motivo molto semplice: perché è iniqua, è ingiusta. Toglie ai poveri e dà agli evasori fiscali. Toglie ai poveri cristi e alle famiglie e dà alle lobby, alle corporazioni. Questa manovra è innanzitutto una truffa metodologica, perché dice che tutti i suoi effetti sono posticipati a dopo il 2014, perché fino alle elezioni vogliono far vedere che non hanno fatto male agli italiani: "ma dopo sono cavoli vostri!"
E’ una manovra che cancella il fondo per la non autosufficienza, che riduce i diritti ai disabili, ripristina i ticket sulla salute, taglia nove miliardi agli enti locali mettendoli in condizione di non poter fare le cose necessarie per la sopravvivenza delle comunità locali. Che aumenta le tasse!
Signor-presidente-del-Consiglio-che-non-c’è, lei dice che non aumenterà mai le tasse, ma questa manovra le aumenta di quasi 30 miliardi in termini reali: aumenta le tariffe dei servizi, il prezzo della benzina, l’età pensionabile delle donne, tassa i risparmi, abbandona a se stessi cittadini inermi, che avete illuso con il gioco delle tre carte.
Gli abitanti di Napoli stanno in mezzo ai rifiuti perché il governo gioca con i rifiuti.
I terremotati dell’Aquila, che ieri sono andato a trovare, e che avete preso in giro i primi giorni con le luminarie, girando con gli elicotteri sulle macerie, adesso stanno ancora lì, senza interventi seri, mentre i vostri amici e complici se la ridono ancora dopo che si sono messi a ridere mentre il terremoto c’era ancora: ve le ricordate quelle intercettazioni telefoniche?
E le forze dell’ordine che voi tanto declamate a parole, non hanno nemmeno la benzina per correre dietro ai ladri, e gli uffici giudiziari non hanno nemmeno la carta per scrivere le sentenze.
(...)
E’ una realtà e dobbiamo dirlo forte e chiaro, perché non possiamo accettare che ogni volta che c’è da fare sacrifici, tocca sempre ai più poveri, ai più disperati.
Noi l'abbiamo detto: eliminate le Province, abolite i rimborsi elettorali ai partiti, i contributi all’editoria, togliete le auto blu e non riducete soltanto le cilindrate. Sopprimete le comunità montane, i consorzi di bonifica, le circoscrizioni, bloccate le consulenze, togliete 25mila consiglieri di amministrazioni nelle 7mila società partecipate dagli enti locali e metteteci un amministratore unico, sopprimete le rappresentanze delle Regioni all’estero, fate pagare un contributo di solidarietà almeno del 7% a quegli evasori fiscali che avevano nascosto i soldi all’estero e che con appena il 4% per oltre 100 miliardi li hanno riportati in Italia.
Riducete le spese militari: perché avere comprato, spendendo 15 miliardi di euro, 135 bombardieri? A che ci servono 135 bombardieri? Li facciamo mangiare a un milione di famiglie italiane che oggi, come l’Istat ha detto, sono sotto la soglia di povertà? Che ci facciamo, se non arricchire i mercanti di armi, i mercanti di morte? Che ci facciamo in Afghanistan, che ci facciamo in Libia? Stiamo facendo una guerra mentre qui si muore di fame.
Un'altra cosa che dobbiamo dire forte e chiaro. La tassazione delle rendite finanziarie, in tutta Europa è al 20%, perché qui è al 12,5%? Lasciando pure in pace i titoli pubblici, certo.
Insomma, ci sono delle urgenze che vanno risolte subito: bisogna prendere atto che abbiamo un governo bancarottiere, e come tutti i bancarottieri quanto meno a casa, non dico altrove, bisogna mandarlo. E bisogna farlo al più presto. Per questa ragione noi diciamo tre volte no: no a questa manovra economica iniqua e ingiusta. No a questo governo screditato, incapace e truffaldino. No, infine, e lasciatemelo dire, al tentativo che si vuole fare, attraverso finti governi tecnici o di emergenza, di salvaguardare le poltrone rimanendo qui a scaldare la sedia mentre il Paese brucia.